Devo premettere che ho un concetto quasi filosofico di questa parola ma cercherò di riassumerlo e spiegarlo al meglio. Per me la felicità è un attimo, un momento in cui si raggiunge una sensazione come di estasi: tuttavia è anche fugace, un momento breve che va e viene. Essere davvero felici però è di più: è svegliarsi la mattina e sentirsi soddisfatti di ciò che si è, domandarsi se la strada che percorriamo è giusta per noi ed interrogarci su come poterci migliorare. La vita è piena di momenti belli ma anche di momenti dolorosi ed è proprio da questi ultimi che dobbiamo imparare: non esiste felicità senza la sofferenza, non esiste gioia senza il dolore… sembra crudele ma se avessimo tutto sottomano e facilmente raggiungibile, sapremmo davvero apprezzarlo al meglio? No. L’essere umano ha bisogno di cadere ed imparare a rialzarsi per migliorare. Dalle mie numerose cadute ho imparato molto ed è a causa della mia sofferenza se oggi sono così. Quando ero adolescente, penavo molto per l’abbandono dei miei genitori. Un giorno un uomo meraviglioso mi ha fatto scoprire il buddismo ed ho collegato tutti i tasselli del puzzle: sono rinata in questa vita per raggiungere la felicità e trasformare il mio Karma. Non esistono le coincidenze, non esiste la fortuna: raccogliamo ciò che seminiamo e ci circondiamo di persone che ci aiutano a migliorarci. Ognuno di noi è come un bellissimo fiore unico e prezioso che sboccerà quando sarà pronto.